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Milano Marathon 2015: traguardo raggiunto!

Il Network Sanitario Emergenze Speciali di Busnago Soccorso ONLUS ha garantito l’assistenza medica ad oltre 14.000 runners

Assistenza_Sanitaria_Milano_Marathon2015_#rescuelove_03Domenica 12 aprile 2015, Busnago Soccorso Onlus -partner di Europ Assistance– ha organizzato e gestito il servizio di assistenza sanitaria ai 4.823 maratoneti e 9.276 staffettisti iscritti alla quindicesima edizione della SuisseGas Milano Marathon.

A tutela sanitaria degli atleti è scesa in campo un’equipe di oltre 140 specialisti, composta da medici anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri di area critica, soccorritori e volontari esperti. Presenti su tutto il percorso 11 ambulanze in tre diverse configurazioni (da terapia intensiva, medicalizzata e da soccorso di base con DAE a bordo), 4 automediche di soccorso avanzato, 8 squadre appiedate, 2 Punti di Primo Intervento (PPI) da 2/4 posti letto e personale sanitario in posizioni strategiche sul percorso (ai Km. 17,30/36,00 e 27,70) ed un vero Ospedale da Campo approntato in corso Venezia intersezione Palestro su una superficie di oltre 400mq. in grado di erogare prestazioni ad alta specializzazione tra cui l’instaurazione precoce del supporto extracorporeo in caso di arresto cardiaco refrattario alle tradizionali manovre ACLS. L’Ospedale da Campo ha ospitato l’equipe medica diretta dal Prof. Alberto Zangrillo, Primario di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale San Raffaele di Milano, specializzata nelle tecniche di circolazione extracorporea.

Assistenza_Sanitaria_Milano_Marathon2015_#rescuelove_05La bella giornata di sole, con temperature primaverili (min. 14°C e max. 26°C) ed un tasso di umidità fermo al 43%, unitamente alla puntuale organizzazione e gestione dei punti di ristoro, ha permesso di ridurre gli interventi per “sfinimento” contenendo a 55 gli accessi totali (43 all’Ospedale da Campo, 5 al PPI1 e 7 al PPI2) con 2 ospedalizzazioni per approfondimenti ed osservazione clinica. Le prestazioni maggiormente erogate sono state la reidratazione endovenosa e la crioterapia, seguita dalla inalazione di N2O (Protossido d’Azoto). Gli interventi dei mezzi di soccorso di base dislocati sul percorso sono stati 27, per lo più per crampi, disidratazione e sindromi gastroenteriche che hanno portato ad ospedalizzare un totale di 4 pazienti.

Preziosa si è rivelata anche quest’anno la collaborazione di Croce d’Oro Milano e Croce Verde A.P.M. che hanno affiancato le new entry SOS Lambrate e SOS Milano nella messa a disposizione di Ambulanze e Squadre appiedate, tutte con Defibrillatore Semiautomatico e personale qualificato.

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Tra le novità di quest’anno, va ricordato l’uso condiviso dell’hashtag #rescuelove da parte di Busnago Soccorso, Croce d’Oro Milano, Croce Verde A.P.M., SOS Lambrate e SOS Milano ed Europ Assistance. La pubblicazione online sui social networks di foto condivise ha così permesso la creazione di un unico bacino fotografico comune relativo alla manifestazione, favorendo la diffusione della cultura di un corretto sistema di soccorso in occasione di eventi come Milano Marathon, nonché per consentire ai runners di apprezzare la complessità e l’efficienza dell’assistenza sanitaria.

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Perché proporre l’Extracorporeal Life Support in un Posto Medico Avanzato?

L‘Extracorporeal Cardiac Life Support rappresenta una delle applicazioni dell’ormai sempre più diffusa metodica ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation), resa famosa anche ai non sanitari per l’estesa visibilità che i media le hanno riservato durante le recenti pandemie da virus AH1N1.

Grazie all’ECMO, infatti, è possibile sostituire per lungo tempo (anche per decine di giorni), la funzione di cuore e polmoni, a seconda delle necessità cliniche. Per utilizzare l’ECMO con la finalità di mantenere una pressione sanguigna sufficiente a irrorare il cervello e gli altri organi del corpo, i sanitari incannulano una grossa arteria (solitamente l’arteria femorale) e la vena controlaterale.

Il sangue viene quindi pompato artificialmente e fatto passare attraverso una membrana a sua volta perfusa da ossigeno, con conseguente rimozione dell’anidride carbonica ed ossigenazione dello stesso. Grazie alla pressione realizzata dalla pompa, il sangue ossigenato raggiunge il cervello e gli altri organi, assicurando il corretto rifornimento di ossigeno e sostanze nutrienti.

Per quanto salvavita, la metodica non è tuttavia scevra da rischi ed importanti effetti collaterali. Non esistono però alla data attuale, linee guida elaborate da esperti nel settore che sostengano l’utilizzo routinario di questa tecnica in corso di arresto cardiocircolatorio, benché i risultati di alcuni importanti centri sembrino confermare l’efficacia del trattamento.

La morte del calciatore Piermario Morosini ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema di una corretta rianimazione cardiopolmonare in contesti particolari, come ad esempio durante la pratica sportiva. Proprio in queste situazioni, infatti, molti sanitari hanno evidenziato come difficilmente gli atleti colpiti da arresto cardiaco stentino a rispondere positivamente alle tradizionali manovre rianimatorie.

Al di là del perché atleti giovani, sani e sottoposti ad accurati controlli medici vadano in contro a morte cardiaca improvvisa, va rilevata la particolare condizione che caratterizza l’atleta in arresto cardiocircolatorio dopo o durante intensa attività fisica: si tratta infatti di un organismo che ha dato fondo alle proprie riserve fino a pochi istanti prima dell’accidente, e che affronta la completa mancanza di ossigeno ad organi e tessuti senza più energia.

Questo sembrerebbe spiegare, si ripete, al di là della causa dell’arresto cardiaco, il perché tali pazienti rispondono in maniera insoddisfacente alle manovre rianimatorie tradizionali. La corretta applicazione delle manovre rianimatorie di base, note anche come Basic Life Support & Defibrillation (BLS-D), rappresentano il cardine fondamentale ed irrinunciabile per iniziare il trattamento dell’arresto cardiaco, seguite tempestivamente dall’esecuzione di manovre di supporto vitale avanzato meglio note come Advanced Life Support (ALS), svolte da personale medico ed infermieristico.

Nei casi più complessi e quando il trattamento standard fallisce, il precoce ricorso all’Extracorporeal Cardiac Life Support (ECLS) può rappresentare una ulteriore chance terapeutica. Sulla revisione delle letteratura e sulla base dell’esperienza ad oggi maturata da Busnago Soccorso Onlus nella gestione di grandi eventi, abbiamo deciso di coinvolgere l’Ospedale San Raffaele di Milano (coordinata dal Prof. Alberto Zangrillo e dal Prof. Federico Pappalardo) così da disporre di apparecchiature e personale necessari all’istituzione della terapia sul territorio.

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Risorse impiegate:

  • 14 medici (tra anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi e medici di emergenza territoriale)
  • 14 infermieri di area critica
  • 1 perfusionista
  • 77 soccorritori sanitari (tutti certificati Defibrillazione Precoce)
  • 23 operatori del soccorso tecnico-logistico
  • 5 coordinatori
  • 4 automediche di soccorso avanzato MSA
  • 1 ambulanze da terapia intensiva CMR
  • 9 ambulanze di soccorso di base con DAE a bordo MSB
  • 1 veicolo ad uso speciale adibito al servizio scopa
  • 1 veicoli leggeri veloci per il monitoraggio delle prestazioni ed il trasporto di provette ed esami ematochimici
  • 10 automezzi di supporto logistico
  • 8 squadre appiedate con DAE e zaino di soccorso
  • 4 barelle motorizzate a protezione dell’arrivo
  • 4 barelle tattiche a protezione dell’area di esodo
  • 2 sedie portantine a protezione dell’arrivo
  • 1 Posto Medico Avanzato così composto:
    – 1 tenda ECMO/contropulsati da 1+1 posti letto
    – 1 tenda codici giallo/rossi da 6 posti letto intensivi
    – 1 tenda codici verdi da 12 posti letto a bassa assistenzialità
    – 1 tenda codici bianco da 20 posti a sedere
    – 1 tenda triage e laboratorio analisi
    – 1 posto comando mobile con 3 postazioni radio
  • 2 Punto di Primo Intervento da 2/4 posti letto e personale sanitario in posizioni strategiche sul percorso (ai Km. 17,30/36,00 e 27,70)
  • 2 contropulsatori
  • 20 monitor defibrillatori
  • 8 monitor multiparametrici
  • 1 monitor BIS
  • 18 defibrillatori semiautomatici
  • 12 ventilatori polmonari
  • 18 pompe siringa
  • 2 ecografi
  • 2 emogasanalizzatori

Alla buona riuscita dell’assistenza hanno collaborato attivamente:

  • l’Ospedale San Raffaele di Milano
  • le Associazioni di Volontariato e Pubblica Assistenza aderenti ad ANPAS Lombardia
    – Croce d’Oro
    – Croce Verde A.P.M.
    – SOS Lambrate
    – SOS Milano
  • l’Ufficio di Protezione Civile del Comune di Monza (MB)

Approfondimenti disponibili:

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Europ Assistance Relay Marathon 2015: 42 km di gioia ed emozioni!

 

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