Milano City Marathon 2013: che spettacolo!

MCM2013_Assistenza_Sanitaria_ECMO_banner_small1Anche quest’anno l’ECMOteam di Busnago Soccorso ed Ospedale San Raffaele di Milano era impegnato nell’assistenza sanitaria ai 12.152 runners che hanno partecipato alla tredicesima edizione della maratona milanese in programma per domenica 7 aprile 2013. A tutela sanitaria degli atleti un’equipe specializzata composta da medici anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri di area critica, soccorritori e volontari di protezione civile.

Presenti su tutto il percorso ambulanze in tre configurazioni (da terapia intensiva, infermierizzate e da soccorso con DAE a bordo), automediche di soccorso avanzato, squadre appiedate, punti di primo intervento ed una “Cittadella Sanitaria” approntata in piazza Castello su una superficie di oltre 400mq. in grado di erogare prestazioni ad alta specializzazione.

Di particolare rilievo le dotazioni tecnologiche presenti: tutti i Pazienti hanno potuto essere visitati ed inquadrati dal punto di vista clinico grazie alla disponibilità di ecografi, apparecchiature per esami ematici ed apparati di telemedicina, che hanno consentito anche il continuo scambio di informazioni tra i soccorritori presenti sul territorio, la cittadella sanitaria ed i reparti di Terapia Intensiva coinvolti.

Anche quest’anno la presenza dell’ECMOteam con due macchine per il supporto extracorporeo messe a disposizione dal Prof. Alberto Zangrillo, Primario di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha garantito la migliore protezione in caso di Arresto Cardio-Circolatorio. Con temperature sotto la media stagionale, vento intenso ed alcuni rovesci temporaleschi, le prestazioni erogate dal Sistema di Soccorso approntato da Busnago Soccorso Onlus sono state novanta.

Risorse impiegate:

  • 14 medici (tra anestesisti-rianimatori, cardiochirurghi e medici di emergenza territoriale)
  • 16 infermieri di area critica
  • 1 perfusionista
  • 75 soccorritori
  • 16 operatori del soccorso tecnico-logistico
  • 5 coordinatori
  • 3 automediche di soccorso avanzato MSA
  • 2 ambulanze da terapia intensiva CMR
  • 8 ambulanze infermierizzate con DAE a bordo MSI
  • 2 ambulanze di soccorso di base con DAE a bordo MSB
  • 2 veicolo ad uso speciale adibito al servizio scopa
  • 2 veicoli leggeri veloci per il monitoraggio delle prestazioni ed il trasporto di provette ed esami ematochimici
  • 8 automezzi di supporto logistico
  • 6 squadre appiedate
  • 6 barelle motorizzate a protezione dell’arrivo
  • 2 sedie portantine a protezione dell’arrivo
  • 1 Posto Medico Avanzato così composto:
    • 1 tenda ECMO/contropulsati da 1+1 posti letto
    • 1 tenda codici giallo/rossi da 6 posti letto intensivi
    • 1 tenda codici verdi da 12 posti letto a bassa assistenzialità
    • 1 tenda codici bianco da 20 posti a sedere
    • 1 tenda triage e laboratorio analisi
    • 1 posto comando mobile
  • 1 Posto Medico Avanzato da 8 posti letto e personale sanitario (punto di raccolta staffettisti, in corrispondenza dell’arrivo della Relay Marathon 4)
  • 3 Punti di Primo Intervento da 2 posti letto e personale sanitario (punto di cambio Relay Marathon 1, punto di cambio Relay Marathon 2 e punto di cambio Relay Marathon 3)
  • 2 contropulsatori
  • 18 monitor defibrillatori
  • 6 monitor multiparametrici
  • 1 monitor BIS
  • 12 defibrillatori semiautomatici
  • 12 ventilatori polmonari
  • 18 pompe siringa
  • 2 ecografi
  • 2 emogasanalizzatori

Hanno collaborato alla buona riuscita dell’assistenza medica:

  • Rianimazione Cardiovascolare dell’Ospedale San Raffaele di Milano
  • Laboratorio di Biochimica Sperimentale e Biologia Molecolare dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi
  • Dipartimento Servizi Diagnostici dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano
  • Croce Verde Castelnovo ne’ Monti (RE)
  • Croce d’Oro Milano
  • Croce Verde A.P.M. Milano
  • Ufficio di Protezione Civile del Comune di Monza

Approfondimenti correlati

Documenti riservati:

  • MCM 2013 Composizione Equipaggi
  • MCM 2013 Disposizione Mezzi sul Percorso
  • MCM 2013 Ospedali
  • MCM 2013 Piano Operativo
  • MCM 2013 Programma
  • MCM 2013 Riferimenti Chilometrici
  • MCM 2013 Tempi di Passaggio
  • MCM 2013 Transfer Equipaggi

 

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Uno studio scientifico per elaborare cure migliori per gli atleti

Busnago Soccorso Onlus, in collaborazione con il Laboratorio di Biochimica Sperimentale e Biologia Molecolare dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, il Dipartimento Servizi Diagnostici dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano ed il supporto di RCS Sport – Milano City Marathon, ha ideato e proposto ad un gruppo di atleti di sottoporsi gratuitamente a due prelievi ematici direttamente sul posto (prima e dopo la Maratona) al fine di stabilire gli effetti dell’attività fisica su cuore, muscoli e ossa, permettendo ai ricercatori di rispondere sempre più compiutamente alle esigenze sanitarie dei runners.

Venti atleti si sono sottoposti ad un prelievo ematico per valutare la propria funzionalità cardiaca e muscolare prima e dopo la gara.

In laboratorio è stata dosata la quantità di troponine cardiache (enzimi di lesione miocardica) e le CPK (enzimi di lesione muscolare), al fine di determinare quanto l’attività fisica intensa influenzi il rilascio di questi mediatori. L’IRCCS Galeazzi si occuperà ora della valutazione della risposta metabolica del tessuto osseo attraverso il dosaggio di una serie di marcatori molecolari (osteocalcina, frammenti del collagene, fosfatasi) al fine di definire l’effetto in acuto di questa attività. I dati sono stati raccolti in forma aggregata ed anonima ed aiuteranno a meglio comprendere alcuni aspetti di fisiopatologia dello sport e ad elaborare cure sempre migliori per gli atleti.

Scarica qui il Flyer – Articolo Gazzetta dello Sport del 30 marzo 2013

 

Perché l’ExtraCorporeal Life Support al PMA di Busnago Soccorso?

L’Extracorporeal Cardiac Life Support rappresenta una delle applicazioni dell’ormai sempre più diffusa metodica ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation), resa famosa anche ai non sanitari per l’estesa visibilità che i media le hanno riservato durante le recenti pandemie da virus AH1N1. Grazie all’ECMO, infatti, è possibile sostituire per lungo tempo (anche per decine di giorni), la funzione di cuore e polmoni, a seconda delle necessità cliniche.

Per utilizzare l’ECMO con la finalità di mantenere una pressione sanguigna sufficiente a irrorare il cervello e gli altri organi del corpo, i sanitari incannulano una grossa arteria (solitamente l’arteria femorale) e la vena controlaterale. Il sangue viene quindi pompato artificialmente e fatto passare attraverso una membrana a sua volta perfusa da ossigeno, con conseguente rimozione dell’anidride carbonica ed ossigenazione dello stesso. Grazie alla pressione realizzata dalla pompa, il sangue ossigenato raggiunge il cervello e gli altri organi, assicurando il corretto rifornimento di ossigeno e sostanze nutrienti.

Per quanto salvavita, la metodica non è tuttavia scevra da rischi ed importanti effetti collaterali. Non esistono però alla data attuale, linee guida elaborate da esperti nel settore che sostengano l’utilizzo routinario di questa tecnica in corso di arresto cardiocircolatorio, benché i risultati di alcuni importanti centri sembrino confermare l’efficacia del trattamento. Proprio in questi giorni, la morte del calciatore Piermario Morosini riporta prepotentemente alla ribalta il tema di una corretta rianimazione cardiopolmonare in contesti particolari, come ad esempio durante la pratica sportiva. Proprio in queste situazioni, infatti, molti sanitari hanno evidenziato come difficilmente gli atleti colpiti da arresto cardiaco stentino a rispondere positivamente alle tradizionali manovre rianimatorie.

Al di là del perché atleti giovani, sani e sottoposti ad accurati controlli medici vadano in contro a morte cardiaca improvvisa, va rilevata la particolare condizione che caratterizza l’atleta in arresto cardiocircolatorio dopo o durante intensa attività fisica: si tratta infatti di un organismo che ha dato fondo alle proprie riserve fino a pochi istanti prima dell’accidente, e che affronta la completa mancanza di ossigeno ad organi e tessuti senza più energia.

Questo sembrerebbe spiegare, si ripete, al di là della causa dell’arresto cardiaco, il perché tali pazienti rispondono in maniera insoddisfacente alle manovre rianimatorie tradizionali. La corretta applicazione delle manovre rianimatorie di base, note anche come Basic Life Support & Defibrillation (BLS-D), rappresentano il cardine fondamentale ed irrinunciabile per iniziare il trattamento dell’arresto cardiaco, seguite tempestivamente dall’esecuzione di manovre di supporto vitale avanzato meglio note come Advanced Life Support (ALS), svolte da personale medico ed infermieristico.

Nei casi più complessi e quando il trattamento standard fallisce, il precoce ricorso all’Extracorporeal Cardiac Life Support (ECLS) può rappresentare una ulteriore chance terapeutica. Sulla revisione delle letteratura e sulla base dell’esperienza ad oggi maturata da Busnago Soccorso Onlus nella gestione di grandi eventi, abbiamo deciso di coinvolgere l’Ospedale San Raffaele di Milano (coordinata dal Prof. Alberto Zangrillo e dal Prof. Federico Pappalardo) così da disporre di apparecchiature e personale necessari all’istituzione della terapia sul territorio.

 

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